Ipertensione arteriosa

Visita il centro medico a roma specializzato in nefrologia e ipertensione

L’ipertensione arteriosa non è una malattia di per sé ma aumenta il rischio di essere colpito da ictus cerebrale, infarto di cuore, insufficienza renale ed altre malattie. D’altro canto, il ricorso alle cure oggi disponibili permette di eliminare pressoché completamente questo rischio “aggiuntivo”. Quando è che si può parlare di ipertensione arteriosa?

Quando si parla di ipertensione arteriosa?

Il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari cresce con l’aumentare dei valori pressori. Un soggetto con valori di pressione sistolica di 120 mm Hg (considerati assolutamente normali) ha comunque un rischio cardiovascolare leggermente superiore a chi presenti una pressione sistolica di 110 mm Hg.

Tuttavia, secondo il consenso degli esperti, si ritiene che il rischio cardiovascolare aumenti al punto di giustificare un intervento terapeutico, anche farmacologico, in presenza di valori di pressione pari o superiori a 140 mm Hg per quanto riguarda la pressione sistolica (la “massima”) e/o pari o superiori a 90 mm Hg per quanto riguarda la pressione diastolica (la “minima”). Valori pressori compresi tra 140/90 e 160/100 sono definiti ipertensione arteriosa di grado 1, tra 160/100 e 180/110 si parla di ipertensione arteriosa di grado 2 e, oltre i valori di 180/110, si parla di ipertensione arteriosa di grado 3.

Tabella 1: Classificazione dell’ipertensione suggerita dall’OMS/ISH, basata sui livelli della pressione arteriosa nei soggetti adulti di età uguale o superiore a 18 anni.

CategoriaPressione arteriosa in mm Hg
SistolicaDiastolica
Ottimale< 120< 80
Normale< 130< 85
Normale – alta130 – 13985 – 89
Ipertensione di Grado 1 borderline140 – 14990 – 94
Ipertensione di Grado 1 lieve150 – 15995 – 99
Ipertensione di Grado 2 moderata160 – 179100 – 109
Ipertensione di Grado 3 grave≥180≥110
Ipertensione sistolica isolata borderline140 – 149< 90
Ipertensione sistolica isolata≥150< 90

N.B.: Quando la pressione sistolica e diastolica di un paziente rientrano in categorie differenti la classificazione va fatta in base alla categoria maggiore.